Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. i85
l'eloquenza del cuore. Intanto ch'egli diceva le *t6$ mani dei rivali che accarezzavano l'armi, cadevano penzoloni sui fianchi ; i loro occhi che sfavillavano d'ira si bagnavano d'una lagrima ; e quando il buon Prelato accennò loro di avvicinarsi alle sacre reliquie per proficrire il giuramento di distruzione, ei buttaronsi nelle braccia 1' uno dell' altro, e si diedero il bacio della concordia.
Così confusi vengono adesso gli avvenimenti negli annali che ci servono di guida, che il rinvenire la verità sarà per avventura diffidi cosa, e più diffìcile ancora seguirne i fili. Sembra che Genova, senza starsi dal tribolare la rivale sull'acqua, avvisasse più specialmente a danneggiarla per terra, e forse v'avea meglio il suo conto perchè movea 1' armi quasi col braccio altrui. Lucca avea preso a cozzar seriamente con Pisa, già il dicemmo ; e insuperbita per qualche prospero evento, facea ogni sua possa onde acquistare un durevole sopravvento. Stringevasi, con quali palli non si sa bene, a Genova, intanto che Pisa, per far fronte alla tempesta, univasi coi popoli della Garfagnana e di Versiglia : poi, Genova e Lucca chiamavano nella lega Siena, Pistoja, e il Conte Guido , Signor potente in Toscana: e Pisa, dal suo canto, mostrava a Firenze i danni che da queste congiunzioni poteano venire anche a Lei, e stabiliva una alleanza che avea a durar quarant' anni.
Ma tutte queste pratiche non doveano partorire che poche e inconseguenti avvisaglie, non diremo
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