Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
188 storia di genovaii#9 rarle anche da questa parte aggregando Noli e Savona alle proprie compagne, eh' č quanto dire , rendendosi vassalli questi due luoghi a patti vantaggiosi e per sč e per quelle terre, ma certo, e cosė debb' essere, pių al protettore che al protetto. Č perō giusto il dire eh' ogni qualvolta lo potea, Genova facea a1 suoi feudatarii quella giustizia che comportava la gravezza delle offese eh* ei ricevevano dai vicini, sebbene gli lasciasse quasi sempre coi danni, perchč, ove compensi si ottenessero, questi serbava per sč. Ma era sempre una tutela.
1170-1173 Erano intanto venuti in Italia per dar l1 ultimo crollo alla potenza di Federigo, ambasciatori dell' Imperatore Emanuele Comneno. Non aveano ancora avuto fine i dispareri della Repubblica con quel Principe, sė pel favore eh* egli avea di nuovo conceduto ai Pisani, sė perchč avea negato ai Genovesi i patti di cui altrove dicemmo. Grande era il danno che ne pativa Genova, e a riclamare altamente , avea di fresco spedito in Costantinopoli un Amico da Morta, con missione di ventilare le questioni, convenire dei compensi, e concludere novelli trattati di concordia e di commercio. Ora, questi ambasciatori eh* erano in Roma a sollecitar col Papa per la Lega lombarda di cui era capo, pensarono, o forse ne aveano avuto segreto incarico dal loro Imperatore, di aggiustare quei dispareri : mandarono perciō ai consoli dicendo, che se volevano spedir loro navi che gli conducessero in Genova, ben volentieri sarebbero venuti, nč
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