Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 191
nate dal console Ottone Caffaro, e da un corteg- nyo-gio degno di un Prìncipe di maggior conto eh* egli non era, ripartiva per la sua isola, e questa volta per toccarla davvero. Intanto eh* egli colà smungeva i suoi popoli affine di pagar il debito da lui incontrato co* suoi carcerieri, quel Cristiano di cui non so se fosse più la corruttela o 1' avarizia, riceveva dai Genovesi alcune migliaja di lire a patto che avrebbe spodestato finalmente della Sardegna i Pisani. Nè io so quale autorità avesse costui di fare e di disfare a suo talento, e come tanto potesse sulT animo del suo padrone ; senonchè da quello che seguiva si scorge com' egli, coi soliti raggiri, procurasse tenersi amiche e Genova e Pisa, senza che le promesse e le concessioni gli fossero di freno. Da Genova intanto volgeva per a Pisa, dove pure era accolto con molta magnificenza : là mostrava aver mandato dall' Imperatore di comporre finalmente i dispareri tra le rivali Repubbliche : convocava gran parlamento di Conti, di Marchesi, e di Consoli in San Genesio, e ventilate le questioni come gli pareva meglio, o piuttosto come già era coi Genovesi convenuto, imponeva ai Pisani di restituire senza compenso tutti i prigioni di Genova e di Lucca, la quale dura condizione fu loro di pretesto per ricusare la mediazione. Ciò faceva che poco dopo, in altro più solenne parlamento convocato presso Siena, Cristiano metteva Pisa al bando dell' impero, la spogliava di tutti i privilegi, delle regalie, e della
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