Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. ig3
pedetraf nell'Amo, andarne sino a Santa Croce 1170-e incendiarvi più navi nemiche : poi dava addietro, e volgevasi all'isola di Pianosa ch'egli sorprendeva per atterrarvi edifizii, e devastarla quanto più fieramente potea. Rideva il mare anche ai consoli Ru-baldo Bisaccia, e Ruggiero di Castello, se s' ha a prestar fede intera agli annali della loro patria.
Ogni genere d' arme, purché valesse ad aprir qualche piaga nelle viscere nemiche, veniva adoperato senza scrupoli. Tra i tirannetti che angustiavano V Italia, merita più particolare menzione quell' Obizzo Malaspina di cui già altre volte ab-biam detto. Signore del Marchesato di Massa e Carrara in Lunigiana, era potente per aderenze e per denari, ma più per esser lì tra Lucca, Pisa e Genova, e per una pieghevolezza che lo menava quando a sposar gl' interessi di questa o di quella Repubblica, quando a vendersi a Cesare, e quando ai nemici di Lui ; e talvolta anche a far guerra per proprio conto, cioè a giuocare i suoi piccoli feudi contro qualche provincietta che gli quadrasse. Pisa dunque stimolava il Malaspina a congiungere le sue forze della Lunigiana con quelle dei Conti di Passano e di Lavagna, con che, formato un esercito di centocinquanta cavalli e di tremila fanti, assaliva con suo figlio Moroello, Chiavari e Sestri, e poneva in gravi angustie la Repubblica di Genova, in quel momento poco ben provista verso terra d' uomini e d' armi. Senonchè, il Marchese di Monferrato, quel di Gavi, gli altri del Bosco e Tomo /. 14
| |
Amo Santa Croce Pianosa Ru-baldo Bisaccia Ruggiero Castello V Italia Obizzo Malaspina Marchesato Massa Carrara Lunigiana Lucca Pisa Genova Repubblica Cesare Malaspina Lunigiana Conti Passano Lavagna Moroello Chiavari Sestri Repubblica Genova Marchese Monferrato Gavi Bosco Tomo Pisa
|