Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO SECONDO. 2o3
fosse il più soventi che una vana formola, s'in-1187-1189 contrano ad ogni passo : che i fatti non sieno sempre dritto, nessuno il nega: ma che- alla lunga non iie acquistino il vigore, niuno per avventura sarà che il contrasti.
In questo mentre, i trionfi dell'immortai Saladino in oriente, faceano sperare ai Genovesi nuove sorgenti di ricchezze e di gloria. Rovinava il regno di Gerusalemme, e la città santa, dopo ot-tantaquattr' anni di dominazione cristiana, tornava sotto quella degl' infedeli. Era una costernazione in tutta Europa : il Papa Urbano III ne moriva di dolore : Gregorio Vili che gli succedeva,, bandiva una novella crpciata, e miriadi di guerrieri mo-vcansi alla voce di Lui. Prima cura dell' accorto Pontefice fu quella di rappacificare tra di loro i discordi popoli Cristiani, e principalmente i Pisani e i Genovesi del cui navilio avea sommo bisogno. Ma passava a miglior vita prima di dar esecuzione ai vasti pensamenti dei quali lasciava la gloria a Clemente III che recavasi a quest' effetto a Pisa dove colle autorevoli parole e coi prieghi fermava gli animi già altronde proclivi a pace, si perchè anelavano alla sacra impresa, sì perchè speravano da essa e conquisti e ricchezze. Gran forza ha la religione per operar prodigi ! la carità di patria quando è verace , può sola starle a petto. Rappattumava Riccardo d'Inghilterra e Filippo di Francia : chiamava sotto lo stesso stendardo Ale-magna , Sve via, Danimarca, Irlanda, Italia. Ne solo
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