Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      libro terzo. 213
      « noi stessi siam per dare nelle mani di chicchessia : 1190 « regnano le leggi, regneranno le antiche nostre consuetudini ; regneranno quelle discipline alle quali « fu pur ora, e debitamente, tributato encomio : « ma il Podestà le farà eseguire. Egli lo può perchè « nulla ha a temere usando la severità dei giudizii ; nulla a sperare piegando a nocevole dolcezza : più noi possono i consoli quantunque « inclinati a volerlo di proposito. Le aderenze « sono molte ; gì' interessi di tutti sì tra loro confusi che lo scernergli senza parzialità, più che « diffidi impresa, v'ha chi la crede disperata. Nè « noi chiamiamo nella città nostra un signore, « bensì un magistrato: e poiché in qualunque stato, a e in qualunque forma di governo forza è che « vi sia a cui obbedire, che monta se questi sia « cittadino o forestiero? Se y' è obbrobrio, come « da taluno odo vociferar che vi sia, io per me « noi veggo: obbrobrio è bensì scorgere ogni dì « vilipesa la maestà delle leggi e chi la vilipende « non punire ; obbrobrio rimirare gli occulti maneggi di chi aspira a farsi tiranno : sebbene, « che dico occulti ? non più occulti ma pubblici, « a tanto sono giunti di ardimento e di sicurezza. « Obbrobrio vederli e comportargli e non mandarne « gli autori al patibolo o al remo. Le discordie si « compongano, le ambizioni si umiliino, le turbolenze si frenino ! Sì davvero, si faccia : ina « come ? Non usaste ogni mezzo e non vi tornanarono inutili? Ora dunque, perchè ricusare di ten-


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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Podestà