Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO TERZO aiS
« più infime terriciuole che ad ogni ora drappclhno 1190 « io stendardo della rivolta, e osano insultare allà « Repubblica e perchè? Perchè non veggonla atta « a punire le turbolenze interne non che le lontane. Ma se la Repubblica raunerà le sue armi « cV or son disperse e senza prò, in un sol « fascio, e le muoverà con frutto a seconda dei « suoi bisogni ; oh per Dio che tornerà in tutti un salutare rispetto ! Se le mie non sono ragioni, che « sia ragione non so: questo so bene che siamo « a tale di stremo che il progredire d' un simile « passo è un andarne a certa rovina. Voi, padri, « maturate nella vostra saviezza il parere e deridete. »
Prevaleva dopo lunghe contrarietà questa sentenza , e per decreto del Consiglio veniva chiamato all' onorevole uffizio di Podestà per V anno successivo Manigoldo Tetocio gentiluomo da Brescia che godea gran fama di prudenza, di giustizia, e di fermezza; ma quei di Castello che aveano messa e sostenuta la sentenza contraria, mal soddisfatti che così fossero ite le cose, deliberavano segretamente sperimentare se le coltella fossero ragioni migliori delle parole. Era tornato da Tolemaide dove avea operato col solito ardire quel Fulcone di Castello che già più volte vedemmo contristar la Repubblica con violenze e sangue. Quel superbo adunque , incapace di acquietarsi a ciò eh' ei chiamava ingiuria, n' andava sul finir dell' anno, spalleggiato da quei d^lla sua fazione,
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