Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
216 STORIA DI GENOVAii 90 ai consoli radunatisi per mettere in chiaro i loro conti, avvicinandosi il dì in cui doveano cessare dall' ufficio loro ; e nella sala stessa del Consigtto, queir audacissimo, si scagliava sovra Lanfranco Pevere console, e con molte pugnalate lo stendeva al suolo ; con tal atto di ferocia Begli altri, grave turbamento svegliando, e più grave timore incutendo. Perchè al Pevere, e non ai compagni di lui volgesse di preferenza Tarmi il Falcone, non è detto : forse che ne avea ricevuta speciale ingiuria ; forse che il Pevere era stato più dei compagni sostenitore della sentenza che avea prevaluta: checché ne sia lo trucidava, e ritiravasi alle sue case ove preparavasi alle difese aperte se di difese avesse avuto bisogno. 1191 Giungeva in questo mentre il novello podestà, e ben avea di che dar prupva di quella fermezza, di quella prudenza, di quella giustizia che per fama l'aveano preceduto. Era la città per tanto misfatto commossa ; erano i buoni in gravissimo pensiero ; ma erano potenti e numerosi j pertuib^tqri. 11 Tetocio non isgomentava : raunava il popolo a parlamento, e prima ne tentava le disposizioni ; poi cpn eloquente e persuasiva orazione giostra vagli « e^-r sere un così atroce procedere incomportabile ; niqnQ aver sicurezza, niuno aver pace se tanto eccesso n' andasse impunito. Lui confidare nella giustizi? del popolo che deve punire chi osava por le mani nel sangue de' suoi rappresentanti ». E il popolo annuiva ; e il Tetocio vedutosi assecondato, avviai
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