Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
222 STORIA DI GENOVA
1191-1193la spedizione: a tutti prometteva ricchezze, che ne erano in Sicilia quante se ne potevano desiderare ; e diceva Cesare alieno d'ogni appetito di tal natura; e tornarsene nella sua Germania a vivere co' suoi Alemanni ; e il frutto di sì bella vittoria, posciachè parlava di vittoria prima di venirne a combattimento, il frutto di sì bella vittoria abbandonar tutto ai valorosi che 1' avrebbero conseguita. Erano pur cari gli ambasciatori e i Re d'allora quando aveano bisogno ! Nè qui si fermava Marevaldo : accorgendosi di seminare in buon terreno, allargava la mano: mostrava che la Repubblica avea poco prima adoperato con senno chiamando al governo un Podestà : le ragioni che già narrammo rinfioriva con più magnifiche parole, e persuadeva di tornare a quella forma di governo eh' era la migliore ; e insinuava essere in Pavia un uomo oltre ogni dire acconcio a quell'uffizio, un Uberto Olevano, il cui senno e consiglio negli affari erano meglio che noti ; la prudenza, e il valore nelle cose di guerra superiori a qualunque encomio. I consoli cessavauo senza molto resistere, e 1' Olevano rivestito dell' uffizio di Podestà veniva al governo della Repubblica.
Erano le condizioni del novello magistrato migliori di quelle del suo antecessore: gli animi più pacati, i renitenti e gli avversi in minor numero, le inclinazioni volte ad una gran guerra, i più, stanchi di turbolenze. L' Olevano, benché nato suddito dell'impero, e forse all'impero assai ligio
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