Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
226 STORIA DI GENOVA
1194 marche d'argento: davano i Pisani i prigioni ma nulla piti, che anzi tornavano alle ingiurie ed alle beffe, del che lagnavansi i Genovesi : e d' un lagnarsi e d' un vano lagnarsi stavano, contro ogni loro costume contenti : il che parrą tanto pił strano in quanto che poco dopo, dalle ingiurie e dalle beffe trascorrevano i Pisani a pił gravi eccessi, si battendo e spogliando quanti dei loro rivali incontravano fuor di tiro d' essere efficacemente soccorsi, si impadronendosi di una ricca nave che da Ceuta veleggiava per Alessandria. E pare che tanta pazienza fosse pił in virtł d'un non poter vendicarsi , che del timore di vedere fallita l'impresa della Sicilia. Difatti l'Olevano ne moriva di dolore, nč so io se di dolore sarebbe morto, ove fosse stato in sua mano vivere e vendicarsi. Certo č che Pisa, ossia perchč godeva presso Cesare di maggior favore, chč godea, sebbene dovesse ottenerne quel premio di fumo che ne otteneva Genova, sia perchč un pił pacifico reggimento interno avesse saldate le antiche piaghe e fattala pił forte, aveva allora un sopravvento di che prevalevasi per ferir nei fianchi se non nel cuore 1' abbonita sua rivale.
All'estinto Olevano davano per successore i Genovesi un Ottone Del Carretto, successore, crcd'io, nel comando della flotta, non nell' uffizio di Podestą che rimase nel Bambolo sino al finir dell' anno. Il Del Carretto risoluto a non privar la Repubblica del frutto di quella spedizione, o per dir meglio delle ragioni che sul frutto di quell'im-
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