Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO TERZO. 229
perche sono il re degli animali ; e tocchi il resto 119* chi a cui dà il cuore. « Tornassero i Genovesi alla loro Genova : nou aver essi che fare in Sicilia : se i Re Normanni aveano loro conceduto privilegi e preminenze, Egli preminenze e privilegi annullava. Consoli e magistrati di nessuna nazione dover rimanere in quell'isola : riconducessero quindi quelli che v' aveano, e si guardassero ben bene fin dall' usare il nome di magistrati, e di consoli ne' suoi regni. Che se avessero avuto che dire, egli sarebbe venuto ad altri provvedimenti : gli avrebbe privati dei traffichi e, chi sa ? Avrebbe anche poste le mani su quella loro superba città e 1' avrebl>e messa, come si suol dire, colle gambe in su, per poco poco parlassero di privilegi e di compensi. »
Le fallaci promesse di quell'oltramontano, e n$r> la protezione eh' egli mostrava accordare quando a questo quando a quello de' suoi alleati, doveano necessariamente mantener vivo tra Genova e Pisa quell' odio di che già aveano dato tanti e si funesti cseinpii. Pisa di certo s'era fatta più insolente che non fosse stata mai; e quel che è più, nell'insolentire mostrava serbar sembianza di pace. Il castello di Bonifacio in Corsica, da gran tempo ragione dei Genovesi, erale una spina che avrebbe voluto torsi dall' unghie : armava perciò molti legni corsali, e come corsali gì'inviava a sorprendere quella rocca la cui importanza stava in ciò che accoglieva navi, armati, e bottino ; il bottino mandando a propizio
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