Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1205 poco dopo sfondato. Salvavasi perciò colla fuga, di tutti il meno sfortunato, perchè salvavasi con quelle cinque galee, intanto che il rimanente della flotta cadeva in potere del Pescatore, o se lo in-gojava il mare.
Frattanto , 1' Alamanno Costa non era rimasto spettatore ozioso del conflitto : non appena si avvide che le cose dei Pisani pigliavano mala piega, usci dalla città con buona mano de* suoi, e diede con grand' impeto nelle schiere che stavangli intorno a campo. Già erano tramortite per 1' esito infelice del combattimento navale : erano gli altri imbaldanziti dal favore della fortuna : usavano già quasi la vittoria. I Pisani urtali, riurtarono, ma non fu il riurto pari all' uopo : tentennarono, poi cessero, poi fuggirono. Tende, carri, bagaglior tutto venne nelle mani del felice vincitore che rovesciava i ripari, colmava le fossa, i cavalli di frisia bruciava, e più non lasciava orma di trinccamenti. Un legno sottile e bene spalmato pigliava tosto 1' abbrivo a recar in Genova la lieta novella : incontrava , cammin facendo, un Nicolò Malloni e un Guglielmo Di Negro che con tredici galee venivano al soccorso dell' assediata città, e facea eh' ei volgessero le prore , dolenti del non aver avuto parte ai pericoli ed alla gloria. Questa rimase tutta ad Enrico Conte di Malta: gran venturiero ardimentoso dovea essere costui : e gran fede dovea serbare a Genova, e Genova a lui. Finita appena l'impresa di Siracusa, noi lo troviamo dinanzi a
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