Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro terzo. 253
Venezia rimandata sdegnosa gli ambasciatori : ri- mo-mi spondeva : « non aver bisogno di mediazione : saper ben ella ricuperar il suo, punir gl'insulti, rintuzzare le tracotanze. Veder chiaro in queste acque rimescolate da Genova fin nella melma: andassero: avrebbero ben presto contezza di sè, se pur Venezia era ancora Venezia ». Allora Genova facea partire il soccorso sotto il comando di Leone Ventrano ; ma questo mal avventurato dava nelle mani dei Veneziani che traevanlo con undici delle di lui navi in Corfù, e consegnavamo al carnefice. Ed ecco acceso un incendio che più non si dovea spegnere. Guerra dunque con Venezia, guerra con Pisa, guerra coi Provenzali e coi Marsigliesi, guerra coi Re d'Aragona, guerra coi principi Barbareschi, guerra col Sultano d'Egitto, o paci mal fide, o tregue temporaric e insidiose. E tante guerre, e tante spese, e le pretensioni dell' impero , e T invidia dei vicini, e l'ambizione dei cittadini, non valsero a rovesciar la Repubblica. Vacillò più volte, ma si rinfrancò: fu tratta in soggezione, ma se ne sciolse: fu sull'orlo del precipizio ma non vi cadde mai. Dovea nascere in Corsica chi la spegnesse per sempre !
In questo mentre, Filippo duca di Svevia, competitore di Ottone Estense Guelfo, alla corona imperiale, cadeva sotto i colpi di un assassino, e lasciava libero il campo al fortunato suo rivale. Ottone IV toltosi dagli occhi quella spina, pensava a riacquistar l'Italia, già stanca di libertà, benché
| |
Genova Venezia Venezia Genova Leone Ventrano Veneziani Corfù Venezia Pisa Provenzali Marsigliesi Aragona Barbareschi Sultano Egitto Repubblica Corsica Filippo Svevia Ottone Estense Guelfo Italia Guerra
|