Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro terzo.
prime faville di discordia. Mandava perciò a Ve-mo-i*» nezia un Lanfranco Rosso e Uberto Spinola i quali, come accomodassero le cose non so, ma tornarono con una tregua di tre anni. Già Candia era venuta nelle mani de' suoi legittimi compratori, e credo che V Arrigo Pescatore si ritraesse al suo scoglio di Malta. Genova n' era stata per le spese, per le perdute sue galee, e pel suo Leone Ven-trano appiccato in Corfù. Se qualche volta, anzi, se più d' una volta lottarono i Genovesi con frutto contro Venezia, ciò non avvenne in quei primi anni : s'ebbero la peggio in Sicilia ove furono loro predate molte navi ; 1' ebbero nella persona dell' Alamanno Costa feudatario di Siracusa che costeggiando Candia con una nave e due galee, cadde nelle mani dei Veneziani ; per non dir di molti altri danni cui il noverare sarebbe lungo del pari e fastidioso. Che se le cose tra queste due potenti rivali non trascorrevano per allora più in là, ciò debbesi a cagioni fortuite di che diremo a suo tempo, non a difetto di male inclinazioni.
Le angustie delle guerre in che era la Repubblica I2 i3-m3 avvolta, venivano inacerbite da penuria di denaro, nerbo di tutte le guerre. Le molte spese a cui da alcuni anni soggiaceva senza prò, aveanla esaurita; e la riscossione delle entrate e dei be-nefizii dello stato era, a quei giorni, così mal regolata , che ben può dirsi non producesse la metà di quanto dovea produrre. Erano però le gravezze assai dure: pagavasi pel sale, pagavasi per Tomo /. 18
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