Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro terzo. 261
d'Abati, di Priori, d'Ambasciatori che v'inter-m? vennero, ma più per le materie che vi si trattarono e le decisioni che vi si presero ; materie e decisioni in gran parte estranee al nostro assunto, se non in ciò che in quel Consiglio si decretava una novella Crociata, e che Genova vi mandava Ottone suo Arcivescovo, e un Emanuele Doria suo Ambasciatore, i quali sposavano pubblicamente la Repubblica , chè in segreto già era sposata, agli interessi di Federico di Sicilia, e ne riportavano la conferma della possessione del vescovato di Albcnga costituito suffraganeo di quello di Genova. Federico difatti, era poco prima venuto in questa città, doye trattenevasi per ben tre mesi solennemente festeggiato ; del quale accoglimento che allora non era senza pericolo di Ottone, Federico mostravasi poco dopo riconoscente concedendo ai Genovesi immunità di ogni dritto di gabella in tutta la estensione della Sicilia. Ma Federico, come tutti i predecessori suoi, dovea durar nella riconoscenza finché durerebbe nelle angustie.
Frattanto l'instancabile Pontefice teneva gli occhi alla Soria, e v'indirizzava quelli di tutti i Principi Cristiani: avvisava perciò seriamente a metter pace tra Genova e Pisa, e tra Genova e Venezia ; e perchè la cosa più sicuramente gli riescisse, e per ottenere da quelle marittime Repubbliche quel più di navilio che fossero in grado di dare, partivasi da Roma per recarsi in sito donde speditamente avesse potuto arrivare all'intento. Ma sorprendevalo in Pe-
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