Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro terzo. 267
contro i suoi , e quel eh1 č pių enorme, contro ilmS-isiS fratello primogenito. Ma tutti questi sforzi e questi maneggi non ottenevano per allora nessun successo. La guerra faceaai a nome dei V intimi gliesi f ma T alimentava il Conte di Provenza cui troppo doleva di aversi nelle viscere i Genovesi: gli accalorava coir armi, col danaro ŧ coi consigli. Il Po-desta di Genova, ch'era un Loterėngo Martinengo da Brescia, raunava di nuovo buon polso di fanti e di cavalli sė dai popoli soggetti che dai Signori confederati ed amici, e andavane a San Remo per provvedere pių da vicino alle cose della guerra. 11 Conte di Provenza temendo che i Vintimigliesi
0 per la paura o pel tedio dell' assedio calassero ad accordi, veniva a Vintimiglia in persona conun pizzico di gente risoluta; la quale improvvisa x
comparsa turbava il Martinengo che non dovea esser uomo facile a turbarsi, se dobbiamo argomentarne da quello eh' ei fece dopo : pure turba-vasi , ma s'informava del soccorso che il Conte recava, e udito come non fosse di molto momento, si rincorava, e deliberava tirar in lungo, e frattanto inaffiava col mezzo de' suoi aderenti qualche mal seme nella stessa Provenza, chč di mali semi non č penuria in nessun luogo, sė che quel Conte non istava in Vintimiglia senza pensiero delle cose proprie; anzi, poco poi, visto che non vi potea dormire
1 suoi sonni tranquilli, e che le faccende non erano per aver cosė presto un termine , parendogli altronde che fossero assai bene avviate, se ne tornava di
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