Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
272 storia ih genovaiai3-iii3 di quella vigilanza di che erano per solito le navi genovesi, perciocché una galea veniva predata da quei di Ventimi glia, intanto che (dicesi dagli annalisti) quelli che la presidiavano erano tutti immersi nel sonno!
E qui si avvicina al suo fine la ostinata resistenza : si avvicina cioè quando ei pare appunto che più avesse ragioni e mezzi di durare con frutto. Quel Manuello Conte di Ventimiglia eh* era venuto al soldo della Repubblica, diserta d'improvviso le bandiere della Croce rossa, e torna nella sua città dov' è accolto con giubilo e creato Podestà. Nascono scissure tra la Repubblica e l'Arcivescovo per quei di San Remo, e sembra che anche quelle scissure e le loro conseguenze che or ora narreremo, avrebbero potuto secondare la bella difesa di Ventimiglia : il Podestà s'era ritirato col nerbo de' suoi, le galee degli assedianti dormivano, la città era stata rifornita d' armi e di vittovaglie, e non pertanto si arrende a patti che furono questi : rifacessero in parte i Vintimigliesi i danni della guerra, ma in poca parte, chè in molta non potevano ; ricevessero Podestà genovese ; fabbricassero due fortezze sulle alture più a cavaliere della città, e vi mantenessero presidio ligure : a questi patti, Genova avrebbe atterrata la città novella, e dimenticate le antiche ingiurie. Io credo che a sì duro passo venissero i Vintimigliesi piuttosto per le insidie e le corruttele interne che per altra necessità : fors' anche ve gli traeva un miserabile caso : una
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