Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro terzo. 273
loro nave 9u cui erauo molti dei più cospicui cit-m3-tadini dava sul lido alla marina di Corneto, spintavi da una galea di Portovenere, e tulli che la montavano, venivano nelle prigioni di Genova. A costoro premeva la libertà e la vita ; premevano gli occhi : avranno pattuito. Certo è che verso la metà del 1222, tornava Yentimiglia all'obbedienza della Repubblica.
Abbiamo accennato di una contesa tra la Repubblica e 1' Arcivescovo : merita d' essere meglio che accennata perchè lu esempio di scissure fino a quei tempi non conosciute. Quel Martinengo Podestà il quale s'era restituito in Genova senza gran frutto del suo assedio , avea chiamato alcuni uomini di San Remo per giudicargli di certi loro falli a danno del comune : costoro non comparivano ; della quale disobbedienza volendo pigliar ragione, mandava un Piubaklo d' Elia suo cavaliere perchè ponesse le mani addosso ai colpevoli, desse il guasto alle loro possessioni, e mettesse a sacco le loro case. Rubaldo andava, ma trovava 1' Arcivescovo Ottone che comandava a lui ed a' suoi satelliti di starsi, e di non toccare un filo , minacciandogli di scomunica se non avessero obbedito. Conviene notare che la terra di San Piemo era stata acquistata da San Siro alla Chiesa genovese, e perciò 1' Arcivescovo stimava quell' atto di giustizia sui terrazzani e sulle robe loro in pregiudizio dell' autorità ecclesiastica : parlava quindi colle sopracciglia alte al Rubaldo a cui falliva 1' animo per oppor-Tomo /. i 9
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