Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
274 storia di genovaiai3-ia*5glisie tornava in Genova a riferire. Il Podestà, cedendo agi' influssi del caldo sangue di Brescia , assaliva a dirittura il palazzo dell' Arcivescovo e lo metteva a sacco : poi ordinava con pubblico bando che niuno più pagasse a quel Prelato nè censo nè tributo. Certo questo por le mani nelle cose sacre fu un ardire enorme se si considerano i tempi, la venerazione in che il popolo teneva i suoi pastori, e la molta potenza dei Papi. Pure il Martinengo lo faceva , e pare non avesse a pentirsene. Ben 1' Arcivescovo si richiamava al Pontefice il quale delegava il Vescovo di Parma e 1' Abate di Ti lieto ad informar dell' affare e a giudicare : fu, 1' anno dopo, mentr era Podestà uno Spino Soresina, reintegrato nella sua sedia e ne' suoi possedimenti ; ma niuno gli compensava i danni, e la controversia per la giurisdizione di San Remo rimaneva indecisa. n24-na5 Ora poniamo piede in novello e più intricato inviluppo di guerre : non so con quanto gusto il lettore sarà per seguitarci in esso : procurerò che egli n' abbia più sdegno che noja narrando colla rapidità che la cosa comporta.
Fremevano quasi tutti i popoli della riviera : i molti inquieti molestavano i pochi tranquilli, quando facendo guerra aperta, quando d'insidia, da ladri, da traditori, insomma da deboli arrabbiati. I signori vicini che la Repubblica non s' avea ancora ingojati, presaghi d* essergli o un di o l'altro, accaloravano questi odii, aguzzavano le armi, versavano olio sulle bragie. Era per la
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