Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
278 storia di genovaad Alamanno Costa feudatario di Siracusa quella città : usava insomma come usavano i potenti di allora quando più non erano in bisogno della canna a cui si attennero nei giorni del pericolo. Cesare era dunque di mal umore coi Genovesi, e i Genovesi con lui. Non osava però manifestarlo più apertamente perchè udiva rombare della seconda lega lombarda, nè voleva aumentare il numero già grande delle città nemiche. Staccava però Tommaso Conte di Savoja dall' alleanza di loro, e lo creava suo Vicario Imperiale in Italia; e il Conte di Savoja mcttea su quei d' Albenga e di Savona che in quel primo impeto operavano alla pazza, ma virilmente, negando al Podestà della Repubblica il solito giuramento di sommessione, poi vituperandone gli ambasciatori mandati a compor quei moti, pubblicando per ultimo la propria indipendenza facendo accolta di milizie che guerreggiassero sotto
10 stendardo di quella. Gli riscaldava sempre più
11 Conte, e prometteva loro di spalleggiargli presso Cesare il quale, per far fronte al nembo della lega o per dissiparlo, chiamava in Cremona quanti Signori Italiani favorivano la parte imperiale. V' andavano dunque i deputati della Repubblica; v' andavano, condotti dal Marchese Arrigo del Carretto signor del Finale, quei d'Albenga, di Savona e di San Remo i quali fervorosamente peroravano la loro causa dinanzi a Cesare in sostanza dicendo : « essersi i loro padri dati in tutela dei Genovesi ; ed essi, non che tenerscgli raccomandati, averHoro
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