Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO TERZO. 28finon da nn Principe i cui dominii erano tutti dentro terra, e che, se pruovava il solletico di allargarsi, dovea allargarsi più volentieri verso Lombardia o verso Francia, non consumarsi per provincie sterili, asciutte e lontane le quali non gli avrebbero recato alcun frutto. Aver egli di vero ricevuto la signoria dei Savonesi e degli Albenganesi i quali spontaneamente gli si erano dati ; ma con quella facilità stessa con che gli avea ricevuti, esser anche per lasciargli quando s' avvedesse fossero per costargli una guerra lunga e dispendiosa. Si operasse dunque virilmente su quei della riviera : portar opinione che le cose si acconcierebbero in breve: si tornerebbe allora con più ferocia alle faccende di Lombardia, e forse prima ancora che i nemici da quel lato fossero per avvedersi che il dar di mano ali1 armi in quel momento, era per essi momento di opportunità.
Queste di quel bravo Podestà erano ragioni, e persuadevano a vigorosi provvedimenti. Si spartirono le cure della guerra: altri doveano rifornire alla più presta le canove di Varagine, Segni, e Noli, terre vicine a Savona : altri adunar uomini e cavalli dalla Lunigiana e da tutti i luoghi del dominio genovese, nonché dai confederati. Il Podestà vegliava a tutto e spingeva le cose con tanto di alacrità che in breve le castella erano abbondantemente provvedute, le genti raunate e in sì buon polso che numeratele, e raccoltele per distribuir loro gli stendardi e animarle a guerra rotta eby
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