Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1227 della citta, quasi volesse dire eh' egli era il punto a cui doveano convergere tutti i raggi. Ma il Da Mare usava cosi superbamente piuttosto per consiglio de1 suoi che per propria ambizione: difatti, tornava in questo mentre il Podestà da Lucca, e visto che le cose erano andate più in là che non T avrebbe voluto e che non doveano, chiamava amichevolmente a sè il Da Mare, mostravagli come avesse trascorso e come fosse, con quei suoi atti superbi, Ti lì per divenire il tiranno d'una patria libera dopo esserne stato il tutore. Se Guglielmo avesse avuto inclinazioni più ambiziose, non prestava di sicuro orecchio a queste rimostranze perchè avea in mano la forza eh' è una gran tentazione : ma, il dicemmo, non era andato tanto in là se non se spinto: promise starsi purché si conservassero i miglioramenti introdotti, e tenea le promesse sebbene durasse fatica a calmare V escandescenza del popolo il quale avea in sua balia le porte della città e le torri delle chiese eh' ei non volea dare a nessun patto. E la plebe d' ordinario , quando si scatena a furia, come macigno che spiccasi dalla cima d'un monte : non s'arresta fin che a salti e a sbalzi non precipita al fondo, e guai a tutto che gli si para sui passi !
1228-1230 Questi interni mali umori e la guerra di Lombardia , doveano però far maturare un frutto ben amaro per Genova. Al Conte di Provenza coceva sempre fieramente la perdita della sua Nizza: mulinava dì^ e notte per riaverla, di sorpresa, per-
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