Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      libro terzo. 299
      novesi che ritennero prigioni, e si disposero a 1233-1157 sbarcar sulle rive africane per istringer Ceuta. Colorivano T invasione coli1 orpello della Religione : andavano dicendo, nulla essèrvi di più obbrobrioso che il vedersi nei fianchi quei cani d'infedeli : comandare il Papa, e più del Papa comandare la legge di Gesù Cristo di cacciarnegli a forza d'o-vunque cacciar si potessero. La dottrina spiacque ai Genovesi per le ragioni che abbiamo dette. Risposero : Dio non comandare la distruzione degli amici e dei Cristiani per offendere i nemici e gli infedeli : aver essi la cura di ridur colle buone quei traviati : vi riescirebbero col tempo : tornassero quindi ai loro paesi, e restituissero i prigioni fatti in Cadice eh' erano di nobil sangue genovese. Intanto, a far che le parole avessero un pò più di efficacia, armarono dieci navi per opporsi a quei religiosi pirati, e andarono animosamente ad incontrargli. Costoro, o si vedessero deboli al paragone, o non volessero sciupar le forze in mare quando sapeano d'averne gran bisogno in terra, o pensassero che purché si vinca anche la frode è lodevole, mostrarono volersi comporre, e si avvicinarono dicendo, non aver essi il pensiero di mescolar le mani con Cristiani : pregiarsi dell' amicizia dei Genovesi : render loro volentieri i prigioni di Cadice, e intendersela con essi perchè non fossero danneggiati d'un filo in quella guerra. Mentre spendevano le belle parole, mettevano la flotta ligure sotto vento, spingevanle incontro al-


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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