Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 3 l lFederico stromenti ovvii alla meditata vendetta : 12381240 mandava perciò tra loro a spargere larghe promesse che sempre costali poco a chi è risoluto a non tenerle se non in quanto gli possono essere di giovamento. Gli emissarii, alle promesse imperiali aggiungevano le proprie ; e perchè l'insorgere fosse più facile e formidabile, stringevano in segreta lega quanti erano che si dicevano malcontenti delle cose allora in vigore. Poi, siccome sapevano che se altre tribolazioni non suscitassero , la Repubblica avrebbe facilmente, come sempre avea fatto, compressi questi bollori, avvisarono ad insidiarla nelle viscere più intime, stimolando molti dei più ricchi , ed insieme dei più inquieti cittadini a favorire i movimenti delle riviere. Non v'era di costoro penuria ; erane anzi meglio che dovizia, sebbene non tutti per gli stessi fini: questi avrebbero voluto mutar le cose perchè pareva loro che 11011 fosse in Genova tutta quella libertà che avrebbe dovuto essere : quelli anelavano a farsi padroni, ina colorivano le ambizioni colla stessa vernice, si che entrambi i due partiti aveano sembianza di andar sotto le stesse bandiere: altri finalmente, ed erano i più vili, patteggiavan collo straniero della servitù della patria, ma si uniformavano in apparenza ai disegni dei novatori per libertà, sì perchè erano in maggior numero, e sì per onestar le loro turpitudini con questo bel velo. Gli Spinola, i Pevere, gli Embroni, i Della Volta, i Grillo, gli Stregghiaporci, gli Advocati, i Doria erano,
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