Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
3l8 storia di genovaribelli al sacro impero di cui ragione, insieme con essi noi, e quasi con tutte le altre città d'Italia voi siete. Ma Federico è nella sua dimanda assai più modesto : nè comanda, nè vuol vedervi in armi per lui; prega perchè queir armi che pur son sue e d' un suo cenno, non impugniate ai di lui danni. Ove per avventura voi ricusaste di compiacerlo, noi di certo non sapremmo se più avessimo a compiangere la vostra follìa o l'i-gnoranza. Se Cesare sia avvezzo a tollerare male opere, v' è noto : se valga a punire, v' è noto ancora : se a punire lo spingano e la natura feroce e T impero dei tempi, anche questo sapete. Ma perchè vi porreste spontanei sul passo di questo tremendo fulmine ? E soprattutto, in che confidereste per trattenerlo ? Nelle forze vostre ? Ma sì, le vostre forze (ci piace il dirlo, che giustizia e verità apprezziamo) le vostre forze, sì, sono formidabili quando le provate contro noi, contro i Mori, contro Venezia : le contese allora sono del pari. Ma, per fede vostra, a comparazione della smisurata potenza dell' Imperatore Federico, che sono elleno ? Confidereste nell'ajuto del Pontefice? Aspettar ajuto da chi bisognoso di tutto e spogliato del proprio stato appena difende la vita sua colle mura di Roma, ella sarebbe cosa da ridere. Nè verreste a dirci che a ciò vi muove la giustizia, come se fosse dalle parti del Pontefice che non è : poi, quando anche fosse, gli uomini savii e che hanno in
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