Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO QUARTO. 3 19
inano i destini della patria, riell' accettare o nel , rifiutare le amicizie , più della giustizia consultano T utile o il danno : giacché, incontrar perdizione per la giustizia delle cause altrui, è magnanimità che non conyiene agli stati. Ma i più delicati di coscienza diranno esser cosa empia portar l1 armi contro Chi rappresenta la Maestà divina. A questi timorati rispondiamo : eli1 altro è portar Tarmi contro il Pontefice, altro il non brandirle a difesa di lui ; massime quando il brandirle sarebbe non solo indarno, ma partorirebbe immensi mali alla vostra Repubblica. Sebbene, le sono queste cose frivole e del tutto vane, le quali valgono presso il volgo ignorante; chè gli uomini saggi e d'intelletto non ignorano, già da molti secoli i Pontefici aver doppia natura: sacra l'una, l'altra tutta mondana: eglino stessi altamente la massima dichiararono e l'accetteremo noi. Neil' adempire gli uffici della prima e nobilissima persona, cioè nel governare e ordinare le cose appartenenti alla religione, nel procurare la salvezza delle anime, nell' amministrare i sagramenti, nel ravviare nella vera strada e reggere i costumi degli uomini che si discostano dagli ordini della divina legge, nel placare la Maestà Suprema con orazioni, con digiuni, con voti ; e in molte altre cotali cose grandi ed eccellenti, oh ! l'andar contro di loro è atto d'uom malvagio, nemico della Chiesa e della Religione Cristiana. Ma nel proseguire gli uffici
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Maestà Tarmi Pontefice Repubblica Pontefici Maestà Suprema Chiesa Religione Cristiana
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