Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
3si8 STORIA DI GENOVA
1241 Ci tocca adesso scrivere una pagina molto dolorosa nelle storie della Repubblica : già 1' abbiamo più volte accennata, e la nostra penna ci ricusò sempre il suo ministero, quasiché nel procrastinare fosse la dimenticanza del fotto. Ora il procrastinare è indarno. Dicansi dunque tutte le tribolazioni, e resti jiell' animo dei leggitori la maraviglia che in tanta tempesta «tf disastri non affogasse i, vascello dello §tato.
Radunati tutti gli Ambasciatori e i Prelati che doveano recarsi al Concilio in Roma, e allestite le navi pel trasporto di loro, del seguito e delle bagaglie, non che le galee cui affidare la scorta , si pensò a dar le vele. Non ben convengono gli annalisti sul numero del navilio : altri lo dicono di ventisette tra galee e galeazze, non compresi i legni da carico ; altri di sessanta legni tra galee e navi di varie sorti, locchè pare più simile al vero perchè quelle ventisette sarebbero state minori dell' uopo. Il comando della flotta, già lo dicemmo, fu dato a Jacopo Marocello , uomo di sua natura assai arrischiato e presuntuoso troppo per una fazione di si grave importanza. Ma i destini trascinavano la Repubblica ad assaggiar le sconfitte, dopo aver le tante volte assaporate le vittorie; il Pontefice, a bere sino alla feccia il calice delle amaritudini ; i Prelati e gli Ambasciatori a pruo-vare sino alle carni il flagello di un Principe barbaro e prepotente.
Erano appena levate le ancore che giungeva in
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