Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO QUARTO. 331
dcrsi. A cinque sole navi, di tante che erano, fu 1*41 dato lo scampar colla fuga, e fra queste la capitana su cui era il malavventurato condottiero. I Cardinali, i Vescovi, gli Ambasciatori che non perirono , e assai ne perirono, il tesoro che portavano, tutto cadde in potere dei nemici, e con essi molti ragguardevoli personaggi genovesi che accompagnavano il convoglio, fra i quali si annoveravano Guglielmo Embriaco, Pietro Vento e Jacopo suo figliuolo, Ottobuono padre e Andrea figlio Mallone, Arrigo da Dimecota, e Andrea Bulgaro. Enzo man-davagli tutti poco poi al padre, legati come malfattori, e ciò per comando di Federico stesso al quale, recando la nuova di questa vittoria, Enzo chiedeva che s' avesse a fare dei prigioni ; al che Federico rispondeva con barbaro scherno:
Omnes Prelatit Papa mandante vocali,
Et tres Legati, veniant huc usque ligali.
Bisticcio di parole, e soprattutto ordinazione veramente degna di un Principe il cui nome suona tuttora esecrazione all' Italia. Quegl' infelici vennero dunque, senza considerazione del grado, della veste, dell' età, rinchiusi in varii castelli dove molti finirono la vita consunti dalla miseria, dal vituperio, e macerati da ogni genere di asprezze. Solo i Prelati francesi, dopo un soffrir lungo, furono rilasciati ad instanza del loro Re che per ottenergli minacciava a Federico una guerra sanguinosa cui questo Principe voleva scansare perchè di guerre
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