Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO QUARTO. 335
veasi dalla banda di Lombardia ingrossato dai Ma- i scherati fuorusciti, e con molto ajuto eh* ebbe dai Pavesi, Alessandrini, Tortonesi, Vercellesi, Novaresi , Albani e Acquensi. Erano con lui il Marchese di Monferrato e quel del Bosco ; e sforzando i passi penetrava sino ad Ovada usando parole molto feroci, e minacciando calerebbe nella valle di Polccvera, e farebbe una fortezza che al porto stesso di Genova non che alla città stesse sul collo.
Intanto V Ansaldo Da Mare, veniva con quaranta galee ad assaggiar Genova, appunto quando Genova non avea per difendersi che i petti dei suoi cittadini. Le cinquanta galee di cui dicemmo, armavansi e fornivansi degli attrezzi, ma non potevano ancora tenere il mare: quelle giunte di fresco sbarcavano le mercanzie, e attendevano a racconciarsi. L'Ansaldo scoprivasi dunque allo spuntar del sole del dì terzo di agosto dinanzi al porto, nè più lontano di un mezzo miglio , con quella sua formidabile armata: sperava arrivar sulla città di sorpresa e pigliarla come per furto, o svegliar movimenti nei fautori segreti di Cesare e nei parenti dei fuorusciti ch'erano ancora in numero, e che, dicevano, spasimavano il destro per dar su, e torre il governo dalle mani avvilite dei Rampini. Ma, al suo primo apparire tutta la città fu in arme e alle difese : ben ordinate schiere di balestrieri e d'arcieri occuparono le mura e i moli, pronti a tempestar fieramente le navi se avessero ardito avvicinarsi. Forti pattuglie di buoni cittadiniby
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