Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO QUARTO. 337
Palladino per Y Apennino, giungevano in buon 1241 Spunto ad accrescere le fiducie della Repubblica e a por un freno alla baldanza dei due vicarii imperiali. Spingeva in questo mentre 1' armamento delle galee con tanta sollecitudine, che ventiquat-tr' ore dopo si trovarono pronte a far vela , e ne dava il governo ad Ansaldo Soldano, ed a Jacopo Levanto. Il fiore della gioventù ligure, pieno il petto di generoso ardimento, montava a presidiarle. I due capitani, per usare con frutto quelle caldezze, drizzarono senza frappor dimora verso il Da Mare, sperando sorprenderlo ancora nel porto di Noli, e porlo cosi tra la città e la flotta; ma tradirono i venti il bel disegno, si che non arrivavano prima che il dì spuntasse, per cui, scoperti alla lontana dall' Ammiraglio imperiale , non poterono fermargli la fuga. Ben essa fu precipitosa e disordinata, posciachè, a renderla efficace, bisognava tagliar i canapi, lasciar le ancore e gli schifi, e gettar in mare tutto che potesse ritardare la necessità del corso. Il Soldano e il Levanto , avvedutisi che quelle navi per essere così scariche veleggiavano spedito tanto che il raggiungerle era piuttosto impossibile che malagevole, approdavano a Noli, la rifornivano di gente e d' armi, lodavano la fedeltà dei cittadini, protestavano della gratitudine della Repubblica, e lasciavanle a governarla il prode Fulcone Guercio. Poi, mandato invano alcuni legni sottili a far la scoperta, nè sapendo per quali porti o per quali rive il Da Mare Tom. /. 25
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