Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 343
per arrivare alle navi, spingendovi incontro alcuni 1241 brulotti di pece e di bitume. Ma la fortuna del mare non assecondava 1' esperimento : i brulotti ardevano senza distruggere un fuscello. Poco poi, insorgeva fiera tempesta che obbligava il Gabernia a darsi ai remi ed a riparare nel porto di Noli : l'Ansaldo allora, usando l'opportunità, mandava innanzi venti galee, delle quali Federico avea gran bisogno in Sicilia, e poco poi, traeva a salvamento il rimanente della flotta , conducendola prima in Sardegna, e di là in Sicilia.
E qui se avessimo a seguire a passo a passa gli annalisti liguri nei minuti ragguagli d'una lotta che durò ancora più anni, riesciremmo certamente di tedio. Era l'indóle di quella guerra un arcano di politica di cui a quei tempi pochi erano in sospetto , arcano che ai dì nostri, sì per essere in tutto onore, sì per essere stato riconosciuto d'infallibile efficacia, forma lo studio principale di chiunque intende servire agl'interessi dei Principi colla rovina dei popoli. Giova riassumere con brevi parole cose in parte già dette, ma non mai abbastanza ripetute agi' Italiani.
Federico correva l'Italia da barbaro : volea soggiogarla tutta, spegnere ogni seme d'independenza, cancellare ogni orma di libero reggimento: volea torre ai Pontefici ogni arbitrio sulle faccende temporali ; dura impresa a quei giorni : volea insomma dal suo trono di Germania, governare la penisola dall' Alpi all' estrema punta dell' Apennino , senza
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