Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1341 che vi fosse una voce che si opponesse al voler suo. Ma egli non avea a tant' uopo, che armi e ostinazione :'mancavagli ciò di che avea dovizia il conquistatore dei nostri dì ; il talento della guerra, e soprattutto il desiderio di migliorare la condizione dei popoli. Non vedea che una via al dominio : conculcare. Quindi, poco o niun frutto dalle tante sue vittorie: una città vinta era per lui un aggravio : convenivagli spianarne le mura e tenervi un presidio di polso, perchè gli animi inacerbiti , erano continuamente parati a dar su. Difettava poi sempre di denaro, sì perchè le spese di una guerra sparsa erano enormi, sì perchè le genti impoverite dalle estorsioni e dalle carestie, erano, quali inabili a pagare i tributi, quali studiose di cansargli o per secondare gli anatemi del Pontefice, o per simpatia al partito antimperiale. Questo però, dicasi soltanto di fuor di Liguria : di Liguria poi, e di Genova in particolare nostro precipuo assunto, noteremo che Federico non era stato lento ad avvedersi come, a dispetto dei sus-sidii poderosi datigli da Pisa, e i vautaggi che po-teangli venire da un continuo star sull' armi della riviera di ponente, e soprattutto, malgrado Tira sua immensa alla cui soddisfazione avrebbe sagri-ficato un mondo di gente e di tesori, Genova era una preda che non potea venirgli fra gli artigli se non lacerata per lungo strazio, affievolita per molte perdite, quasi disperata per un commercio sempre interrotto e pien di sospetti. A ciò non
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