Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      libro quarto. 345
      potea giungere coli' armi quaud' anche, libero da 1 ogni altra faccenda, avesse voluto porsi a questa con tutti gli spiriti. L'infernale sua politica spiegava egli senza volerlo a quei dì stessi dei quali veniam ragionando. Quelle venti galee dell' Ansaldo che prima aveauo abbandonato il porto di Savona per andarne in Sicilia, aveano sbarcato a Pisa Sor-leone Pevere e Ingo Della Volta, mandati dai fuorusciti genovesi, o per dir meglio dai Mascherati, Ambasciatori a Cesare che allora era all' assedio di Faenza, perchè lo persuadessero supplicando, di conceder loro più efficaci soccorsi che valessero alla espugnazione di Genova. Esponevano costoro assai bene, prima la infelicità della loro situazione, poi la condizione della guerra; e dolevansi del modo con cui veniva condotta, perchè misuravano i frutti a stregua della loro impazienza e non sui fini segreti di quel Principe. « Noi, dicevano, « cacciati di casa dagli avversarii nostri, noi sbaudeggiati dalla patria, spogliati di tutti i beni, « in necessità di tutte le cose, afflitti, scherniti, « disprezzati, noi incanutiamo nell'esiglio. Le quali « cose per sè acerbe, divengono acerbissime se « messe al paragone colla fortuna dei nostri nemici che baldanzosi, lieti, abbondanti di ricchezze, « fiorenti d'onori, vediam viyere nella patria tranquillamente, quando un Cesare ha l'armi levate « a loro sterminio, un Cesare, posto in tal corso « di fortuna e in tanta altezza di cose, che niun * Principe, dal Romano impero a noi, non fu nè
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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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