Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 347
« nibalc sino a noi, voi stesso, anima dei guerrieri, 1141 « voi fulmine, voi tutta la guerra, voi all'impresa « di Genova : che Genova vale ben più di questa « Faenza sotto cui vi consumate ; eh' essa è opportunità a tutti i regni d'Italia, opportunità « alla Sicilia, alla Sardegna, alla vostra Germania : « opportunità a frenare i Pontefici che vi odiano, « i Re di Francia che v' invidiano e v' insidiano. « Se parvi, come parer vi deve, ove dal nostro « avverso destino non sia altrimenti stabilito, movetevi o Cesare, e col fare il nostro prò, acquistate questa bella gemma che sola manca alla « vostra corona per essere la splendentissima di « tutto il mondo. »
A queste magnifiche parole dei Mascherati, Federico rispondeva « esaltando prima, come per ricambio , la fede loro , e le loro miserie compassionando poi, studiandosi di fargli persuasi che del non avergli soccorsi con più d'efficacia era piuttosto la colpa dei tempi che dell' animo : voler però far meglio che non avesse fatto ; ma non gli mancassero nel-r uopo : rammentassero che la perseveranza e il valore doveano andar di conserva colla fede : esser da uomini effeminati e molli perdersi di coraggio, se i disegni non riescono subito : alle tante loro virtù aggiungessero anche questa della pazienza, che nelle cose ardue fa gran frutto. Non poter però consentire nella loro sentenza quanto alla guerra: tener per fermo che il moverla ai Genovesi per terra fosse cosa più di niuno che di piccolo frutto :
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