Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 3^9
plina severa, poco tra loro concordi perchè eie- 1141 menti di natura spesso diversa e non di rado , dirò cosi, repellente; ponendo mente alle strade dirupate, sassose, alpestri, disseminate di castella alla cui espugnazione non si poteano sempre con-dur le macchine ossidionali; riflettendo all'immenso treno di queste macchine complicate, facili a sfasciarsi, ed a moltissime altre difficoltà che ognuno può immaginare da sè, la guerra per terra non poteva recar gran frutto. Ma Federico non avea in animo di spingere quella del mare coli' alacrità che dimostrava. Vedremo assai presto ch'egli ordinava a quel suo Ansaldo Da Marc di far una guerra piuttosto di trattenimento che risoluta, e di evitar le giuste battaglie, semprcchè non gli si presentasse l'incontro di vincere in tutta sicurezza : tirasse in lungo , suggerivagli, fiaccasse colle continue percosse i Genovesi, e permettesse anche talvolta che i Genovesi fiaccassero colle percosse i Pisani, acciocché e l'uno e 1' altro popolo snervato, infievolito , privo d'ogni apparenza di libertà gli venisse finalmente sotto il giogo. E il Da Mare era l'uomo maravigliosamente acconcio a queste fazioni; chè più astuta volpe, e più fornita d' ogni genere di frodi, d' inganni e di ripieghi non passeggiò mai il mar Tirreno.
Ora dunque, farem ritorno ai fatti che accenneremo piuttosto che narrargli alla distesa, siccome quegli che all' intutto non ebbero risultamenti di conto. L' Eboli, avutone ordine da Cesare, dava
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