Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 351
grandi apparecchiamenti sì per terra che per mare, i e pensassero a mettere a rumore, anzi a vera ribellione tutti i popoli della Liguria. La lega di terra parea di vero terribile, senonchè la ren-deano meno formidabile le ragioni che abbiamo dette. V' entravano quei di Alessandria, di Tortona , d' Alba , d' Asti, d' Acqui , di Cassine , di Vercelli, e di Novara. V' entravano i Pavesi, i Cremonesi, i Parmigiani : quei di Pontremoli, della Luuigiana, della Garfagnana: e i Marchesi di Monferrato, di Ceva, del Bosco, i Malaspina, ed i Pallavicini, senza dire dei fuorusciti genovesi, degli Albenganesi, dei Finalcsi con molti altri piccoli popoli delle due riviere, ma più di quella di ponente. Però, è da credere eh' ei non mandassero che poca gente e a vicenda, perchè non faceano lunghi passi; anzi, negli annali di quest' anno non è menzione di fatti in terra che meritino Y onore di poche righe.
Più importanti, quasi no, ma più fastidiose erano le faccende del mare : ed è curioso il vedere come l'Ansaldo si pigliasse gioco di quel De Concessi, uomo sperlo, valoroso, di grand'animo e di gran consiglio. L1 Ammiraglio imperiale era sul principiar del luglio tornato a Pisa con sessantadue galee fornite d'ogni attrezzo da guerra e presidiate di gran numero di buoni combattenti. I Pisani aveano in acqua cinquantadue vele tra galee, fuste ed altri navilii di varie maniere dei quali era , come 1' anno addietro, capitano il Buzaccherino. Questo apparecchio avea di che incutere spavento ;
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