Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO QUARTO. 3^9
sollecilasse con istimoli di lettere, di messi, e di promesse l'impresa di Savona, sebbene poi non tenesse i patti, come niuno gli teneva. E frattanto, tutto essendo in punto , faceasi la massa delle genti a Varagine, sotto la condotta di un Mannello Masi Bresciano, Podestà di queir anno, il quale passava a rassegna le truppe, e notava con dolore come di tanti che doveano, pei recenti trattati e per gli antichi venire, o mandar genti in soccorso all' impresa , nessuno fosse venuto o avesse mandato, tranne i Piacentini che spedivano una squadra di quaranta cavalli, vergognoso ajuto ili qualunque più meschina fazione militare.
Ma i Genoyesi non isgomentirono per questi mali avviamenti : strinsero vigorosamente d'assedio i Savonesi, e gli ridussero in breve, massime per difetto di vettovaglie, ad assai dure condizioni, per cui mandavano suppliche ad Enzo figliuolo di Cesare eh' era in Lombardia, e a Manfredi Marchese di Lancia, perchè gli soccorressero senza por tempo in mezzo. Si mossero essi di vero con molta e buona gente, e vennero sino ad Acqui, sperando forse che i Genovesi, spaventati del loro avvicinarsi, avrebbero levato al più presto 1' assedio ; ma i Genovesi lo stringevano più e più ; perlocchè Enzo, i cui passi erano stati prima misurati dal padre, non volendo prender su di sè di avventurarsi a maggiori dimostrazioni, dava a Jacopo Del Carretto una squadra di dugento uomini d'arme a cavallo, e il Del Carretto, fatta anche ne'suoi piccoli stati
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