Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
362 storia di genovatrarģa sentenza: dicevano « essere questa una pazza ostinazione che non poteva partorir buon frutto : essere assai dubbioso che la cittą non tenesse finche non fosse efficacemente soccorsa ; e intanto, per quella vana speranza di espugnarla, esporre a certa rovina tutta la riviera gią vacillante e che non si rassoderebbe certamente nella fedeltą alla Repubblica coi saccheggi, gģ* incendii r gli ammazzamenti ai quali verrebbe con quel consiglio abbandonata. Riflettessero quanto importasse tenersela affezionata perchč da lei traevansi uomini per gli eserciti, da lei navi, da lei marinari, da lei galeotti. Badassero anche ben bene in quali condizioni si trovasse Genova stessa: i migliori suoi cittadini all' esercito, i Mascherati numerosi e potenti, la plebe mobile ad ogni aura, desiderosa di cose nuove, aliena dal soffrire il tedio e i disagi della carestia e della guerra, e allettata a migliori speranze da uomini corrotti e traditóri, ma destri e persuasivi. Ponessero anche che nessuna di queste cose avesse ad avvenire: come credere che con tanti preparamenti, il nemico non fosse per andar difilato a Savona, e non chiudesse l'esercito tra la cittą, la terra e il mare sģ che di breve non venissero ad essere eglino medesimi strettissimamente assediati? Come allora si riparerebbe alla fame, se tant' č che il nemico sdegnasse di far uso del ferro per csterminargli ? Si obbedisse dunque alla necessitą, si cedesse ai tempi, si levasse 1' assedio, si richiamassero alla cittą le genti, si distribuissero in
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