Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro qtjarto. 363
ìe quella irritazione , preparassero le braccia alle 1 ^catene dello straniero, preparassero gli animi al 1 k trionfo di un Principe crudele che gli detestava, 0 dei Pisani che gli abbonivano, degli stessi Savonesi ì: F loro servi i quali divenuti a loro volta padroni, » DÉf userebbero la fortuna come suolsi usare da chi, dopo >0F tante sconfitte, ottiene immeritamente una vittoria. >a Tk Cosi parlava il Podestà, e si quietavano gli animi, e si accommodavano ai tempi per cui gli veniva r u fatta facoltà di provederc alle cose della novella te® guerra. Pubblicava un bando che ordinava a quanti a ' erano in età e in grado di combattere, di star & pronti all' uopo ; ragunava tutto il navilio sì delle ® riviere che della città; distribuiva gli uffici e conato tentava più che poteva nella distribuzione al popolo; w forniva di buona gente e di vittovaglie le castella, inandava esploratori a vegliare gli apparecchi dei rf nemici e le loro mosse ; spiegava lo stendardo di S. Giorgio, dichiarava se stesso generale dell'ar-,1 mata, e si rizzava sull'ancore. Ma quell'Ansaldo era tf pur l'uomo rotto ad ogni scaltrezza di guerra: ^ faceagli sapere si aspettasse da un dì all'altro i 4 Pisani che s'erano vantati di visitarlo proprio alla f bocca del porto per salutarlo con belle freccie d'argento. La verità era che, sciolto 1' assedio di Savona, colui non guardava più in là perchè chia-maYanlo ad altre fazioni gì' interessi del Principe eh' egli serviva ; quindi è che il Podestà, dopo aver a lungo aspettato invano e la promessa visita e le freccie d'argento, avvisando a quel ch'era e av~
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