Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 367
thè il Fieschi s' era sempre dimostrato piuttosto 1144 inclinato all' Imperatore : ma Federico che non volea rimettere in nulla delle tiranniche sue pretensioni, facea che 1' armi italiane stessero di continuo nei pugni, giacché il deporle importava assoluta dipendenza all' impero. Genova sinceramente rallegravasi posciachè vedea uno de' suoi figli assunto ad una dignità che riverberava splendore sulla patria. Era il Fieschi uomo di molta pietà e prudenza, e di dottrina ancora maggiore, d'indole mansueta, ma di animo intrepido, e soprattutto acerrimo difenditore di ciò che chiamasi diritto della Chiesa. Yolea quindi mostrare sul principio del suo regno e le pacifiche inclinazioni e l'amor suo pei privilegi del Vaticano. Mandava perciò Ambasciatori a Cesare, e Cesare a Lui : parlavano di pace e ne stabilivano i preliminari : concludevasi finalmente in Roma, e giuravasi alla presenza dei legati imperiali: per essa dovea Federico restituire le città del patrimonio apostolico ; e il Papa, in ricambio, liberarlo dagli anatemi. Questa pace da tanto tempo sospirata durava tre giorni, perchè Innocenzo mandava ad occupare Viterbo ove stanziava presidio imperiale; del che Cesare prendeva pretesto per perseverare in quel suo sistema di usurpazioni dal quale non intendeva cessare, nel tempo stesso che voleva compruovare che cosi operando era nella pienezza delle sue ragioni. Dolevasi forte di quella non aspettata ostilità : « non potere, diceva, il Pontefice pretendere le sue
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