Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto, 37 1
fra i generali d' occidente, a cui citava l'Imperatore 1244 stesso che dichiarava decaduto dal trono colle forme più terribili, in mezzo a tutti i Vescovi della Cristianità sbalordita, sotto gli occhi degli Ambasciatori di tutti i Principi che aveano la debolezza di tollerare un abuso di autorità il cui contraccolpo dovea scrollare i loro troni.
Federico non isgomentiva al rumore di tanta 1145 tempesta. Era egli in Torino quando udì di quella sentenza: si ricalcava fieramente la corona in capo, esclamando « non me 1' hanno ancor tolta. » Ricalava in Lombardia, alienava dal partito del Papa i Marchesi di Monferrato e di Ceva, facea un' incursione sulle terre genovesi, ma passava come un torrente, e come i torrenti lasciava per tutto traccie di desolazione. Poi volgeva la sua rabbia verso i Milanesi sempre acerrimi difenditori dei Pontefici. Questa guerra viene diversamente narrata: vuoisi dagli uni che riescisse poco favorevole all' Imperatore ; dagli altri che gliene rimanesse il vantaggio. Genova mandava al soccorso di Milano cinquecento balestrieri i quali ottenevano 1' onore d' essere allogati nelle prime file, tanto si faceva stima del loro valore. Ma molti di essi rimanevano prigioni, e Federico trattavagli con una ferocia più da bestia che da Principe : privavagli d'una mano e di un occhio, il che odo dir da taluno che fosse moderazione perchè potea acciecargli del tutto o dargli al boja. Se questa è moderazione, io non 50 che siano immanità e barbarie. La Repubblica
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