Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
378 storia di genovaalle truppe e a quanti erano fuorusciti o malcontenti che abbandonavano la patria per vivere forse più miseramente sotto le insegne di un nemico che ne anelava la rovina. Era in quell' anno la stagione rigida, più rigida dell' usato : l'Imperatore avea chiuso nella sua Vittoria tutte le truppe, fuor i drappelli necessari! alle vedette: molti parziali abbattimenti aveano luogo tuttavia, perchè le truppe lombarde prorompevano di quando in quando sì per rendere più facile il vitto, sì per respingere nei loro trin-ceamciiti i nemici allorché chiudevano l'assedio in modo da rendere più dura la già dura penuria. In uno di questi scontri, avea Enzo, figliuolo di Federico, costretti alla fuga i Mantovani che con alcune grosse navi voleano togliergli di far un ponte sulla Parma : aveano in ultimo i fuorusciti di Parma medesima sconfitta la cavalleria parmigiana. Erano da qualche tempo le fazioni militari, comechè di poca importanza, infelici tutte per gli assediati : ora, avvenne che le angustie di questi a dismisura crescendo, un soldato milanese suggeriva al Legato Pontificio, al Podestà di Parma e ad altri Duci dell' esercito di non sì lasciar consumar dall' inedia : pensassero , diceva, essere il presidio di Vittoria assai debole, escirne l'Imperatore alla caccia del falcone ; i più starvi a lavori di mattoni e di calce, o scioperatamente vivendo come chi nulla e di nulla teme. Assalissero dunque una buona volta, assalissero con vigore, con impeto , e spingessero virilmente fin dove spinger poteano. Piaceva il pensiero :
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