Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro quarto. 38gFederico erano stati Ghibellini, e a dar l'ultimo u5i-iz5Z crollo, così almeno credeva, alla dominazione dell' impero. Genova, udito di questa intenzione, man-davagli una deputazione onorìfica, accompagnata da quattro galee a Marsiglia per iscortarlo; ma Innocenzo, tuttoché genovese, non avea troppa confidenza col mare : ringraziava però i deputati: verrebbe a Genova, ma per la via di terra. Veniva di fatti per la Provenza , e per la riviera già tornata all'antica obbedienza: era l'aprile dell'anno: tutto rideva, la natura e gli uomini. Andavano ad incontrarlo il Consiglio, il Podestà, quanti erano nella città superba personaggi di conto : prepara-vansi feste, banchetti, tornei, regate : la notte scompariva quasi in faccia alle luminarie continue cui le acque riverberavano. Insomma, una patria magnifica accoglieva un magnifico figlio, rappresentante in terra la Maestà divina. Accorrevano da tutte le città fedeli dell' Italia i Podestà e gli Ambasciatori con lungo treno a fargli corte, ed a richiederlo di sua presenza come di gran benefizio : mandavano particolarmente e instavano Milano, Brescia, Mantova e Bologna: erano i propugnacoli più forti, erano le fedelissime. Accoglievagli in benigna udienza il Pontefice : prometteva privilègi, esenzioni, gagliarda assistenza: spandeva, profondeva anzi le indulgenze e le benedizioni sulle città ben affette. Questo con una mano : coli'altra poi percoteva \
Corrado figlio e successore di Federico, dichiaravalo scaduto d' ogni dritto sopra i regni, scagliava ana-
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