Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1*54 perdono non poco di quel colore eh' è distintivo di proprietà legittima : per compor le differenze, proponevasi dunque di darsi in arbitrio della Repubblica di Firenze : Firenze udisse le ragioni e il dritto, e sentenziasse. E così facevasi : ma con-vien dire che Pisa avesse una gran fidanza nella giustizia di Firenze, o ch'ella si vedesse in sì dura necessità da aver per ottimo qualunque patto più gravoso, o non si affidasse in apparenza che per aver pretesti poi a pon tenere. Mandavansi gli Ambasciatori a Firenze i quali, quinci e quindi sponevano gli antichi diritti, i diritti cioè acquistati colla spada e coi trattati, e Firenze sentenziava dovesse Pisa restituire a Genova le terre di Lerici e di Trebbiano già occupate coli' armi imperiali, e rimesse poi a guardia di Pisa che se le tenea ben care.
Cedere alla forza può ayere in sè qualcosa, non dirò che conforti, ma che ^litighi il dolore del cedere : è sempre nell' uomo tra i molti germi di superbia, anche un germe di sommessione che lo rende pieghevole alla necessità. Forse lo sostiene la speranza di ricattarsi quando la necessità cessi, quando la forza che a vicenda cresce e vien manco, torni dalla sua. Ora, cedere quelle terre di Lerici e di Trebbiano, antemurali dello stato pisano, stecchi nei fianchi di Genova, compensi soli di una lunga guerra, di molto sangue e di denaro non numerabile , e cedere senza la tremenda ragione della necessità, parea troppo duro. Arrogi
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