Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
4oo STORIA t)I GENOVA
1156 il castello, e assaltandolo poi con furore. Era presso il castello un borgo che i Pisani aveano afTorti-ficato con fosse profonde e con buone muraglie : in capo al borgo, era la porta, fiancheggiata da due torri che la difendevano ; e tra le due torri, una larga pietra nella quale vedeasi scolpito un fagotto, a modo quasi d'una balla di mercanzie ; e su quell' emblema leggeasi scritto : stoppabocca al Genovese, crepacuore al Portovenerese, sfrappato rsello al Lucchese ! La porta fu furiosamente assalita e atterrata: ciò in grazia di quella pietra che i Genovesi mandarono in trionfo a Genova. Queste miserie io racconto perchè chi mi legge vegga se gli eroi d' Omero fossero cosi plebei quando s'insultavano con quelle male parole che ognuno sa. Superato il borgo, assalivano il castello il quale poco dopo, veniva nelle loro mani, non è detto se a patti o per forza : pare a patti, perchè ne rimandarono salvo il presidio.
Ciònonpertanto, i Pisani ricattavansi, nè senza qualche usura delle perdite, in Sardegna dove le cose loro camminavano di miglior piede. Le censure pontificie fulminate contro il comune di Pisa, aveano incoraggiato i Giudici di quell'isola ad insorgere per la propria indipendenza. Ma Pisa dava loro addosso con vigore ed occupava i quattro giudicati di Cagliari, di Gallura, d'Arborea e di Turri, ponendone al governo, sotto il patrocinio proprio, altrettante famiglie pisane. Chiano, Marchese di Massa, reggeva il giudicato di Cagliari, e
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