Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
12 STORI ANella infanzia delle nazioni questa operosa forza vitale è posta nel principio religioso e nelle forti credenze, impulso potente e operatore di grandi fatti: poi, quando questo vien meno, o per una esterna violenza, o per il corrompersi dei sacerdozii, allora nel loro incessante bisogno di sperare e di credere, esse si volgono ad un altro principio e si scaldano ad un altro amore , a quello della libertà e della patria. Che se il volgere degli eventi spegne anche questi due sentimenti, necessariamente alle nazioni che subiscono cotanta sventura è forza morire, finche un nuovo spirito ed una nuova fede non le richiami alla vita. Così, poiché il dispotismo ebbe sopiti o distrutti i germi della vita e della energia dell'antico mondo, l'inanimato cadavere si scompose, e contemporaneamente al lento disgregarsi delle membra un tempo si vigorose, un nuovo spirito riassimilava intorno a sè la sparsa polvere del gigante distrutto, e il Cristianesimo andava preparando e svolgendo lentamente i germi dell' età moderna. Lo spirito e la forma nuova esistevano; mancava ancora il corpo e la nuova materia: le generazioni erano troppo snervate e corrotte per poter ricevere acconciamente essa forma ; bisognava che nella sventura e nella barbarie gli spiriti divenissero più semplici e più forti, e che una robusta schiatta straniera, mentre compieva il primo fatto, mescolandosi alla indebolita razza dei vinti, ridonasse ai corpi il vigore perduto insieme coli' affievolì mento degli spiriti.
Cosi i barbari e il Cristianesimo furono due fra i principali elementi creatori dell'età moderna: gli uni fornirono il corpo, l'altro lo spirito. Ma il Cristianesimo, quantunque fecondo ed esuberante di vita propria, nonostante non disprezzò i portati dell' antica civiltà, e facendone suo prò li diffuse un' altra volta sulle nazioni, dopo averli ringiovaniti col potente alito delle nuove credenze.
Genova è noverata fra le prime città, le quali accolsero con entusiasmo le nuove dottrine che le erano bandite dai Santi Valentino, Nazaro e Celso. Avanti la caduta dell' impero, alla divisione di Costantino, F Italia era stata spartita in diciassette provincie , una delle quali era la Liguria, e di cui certamente per la sua posizione e per i suoi incrementi Genova dovè essere il capoluogo.
Ma poiché i barbari invasero F Italia, e stanchi di saccheggiare ebbero vòlto il pensiero a governare le terre conquistate, mentre tutte le altre Provincie subivano il giogo militare impostogli dai vincitori, Genova, nascosta
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (24/637)
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