Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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I Normanni, cacciati dalle loro sedi settentrionali per il continuo incalzare dei popoli sopravvegnenti, datisi al corseggiare e al predare, dopo avere desolate colle loro rapine le coste della Germania e della Francia, entrati nel Mediterraneo, erano divenuti il terrore delle genti stanziate lungo le sue coste. Cosi, approdati nella Magra, e guasta Luni, si erano stabiliti sulle rovine della città semi-distrutta, ed ivi attendevano a predare le città e le borgate marittime della Liguria. Nel medesimo tempo gli Arabi, guidati dall' entusiasmo di una nuova credenza, e seguendo l'impulso del loro spirito guerriero e cavalleresco, conquistata la Siria, l'Egitto, l'Africa settentrionale e la Spagna, correvano sotto il nome di Saraceni il Medi terraneo, e ne radevano i lidi, pirateggiando e ponendo a sacco ed a fuoco tutto ciò che apparteneva al nome cristiano.
Le quali cose obbligarono i popoli marittimi ad abbandonare le rive mal sicure e ritrarsi ai monti ; e gli stessi abitanti di Genova, quantunque città forte e popolosa, lasciati deserti i quartieri più prossimi al mare, si erano ristretti nei luoghi più alti, e però di più facile difesa. Difatti, per tòrio alle ingiurie degli infedeli, il corpo di S. Romolo (877) era portato dalla villa Mutusiana a Genova, e quello di S. Siro dalla Basilica dei 12 Apostoli a quella di S. Lorenzo, come in luogo più centrale e più sicuro. Ma il continuo terrore, spegnendo negli uomini ogni energia, li rende egoisti; poiché ciascuno, più non cercando la propria nella salvezza comune, intende soltanto a porre in sicuro sé e le sue cose, anche a scapito dell' interesse generale. Cosi, per l'incessante apprensione delle incursioni saracene, il vincolo sociale era per la paura venuto molto allentandosi, e le ^istituzioni antiche o cadute in disuso, oppure trovate insufficienti ai nuovi bisogni e ai pericoli nuovi della città.
Gli Statuti municipali antichi, conservati lungo tempo dopo il dominio romano, consistevano rispetto agli affari più rilevanti in tre autorità, cioè dei Decemviri, Decurioni e Popolo. Ai primi apparteneva Y iniziativa e la proposizione delle leggi, ai secondi la discussione delle medesime, il Popolo , riunito in comizii, le votava approvando o disapprovando. Ma poiché per le ragioni summentovate queste instituzioni furono venute meno, e ces* sata la prima impressione di terrore, i popoli pensarono, nell'unione e nella resistenza essere posta miglior difesa che nella fuga, vennero via via formandosi ed ampliandosi diverse compagnie rette da un magistrato chiamato
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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