Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      un grido dì gioia ; lo spazio di mare che separa le due armate è percorso, e la mischia si attacca ferocemente presso la piccola isola dell' Asinara.
      I barbari, confusi per l'assalto inatteso, impacciati dalla preda, e come quelli che avrebbero amato meglio fuggire che combattere, non opposero lunga resistenza. Gran parte delle loro navi furono prese, molte colate a fondo, alcune appena scamparono. I cittadini stati fatti prigionieri, liberati insperatamente dalla pitrdura schiavitù, e ridonati alla patria e alla famiglia, fecero questa vittoria, la più lieta fra le tante riportate dal popolo genovese.
      Poiché gli ordinamenti legislativi, le vittorie riportate e la quiete che ne seguitò, ebbero resa Genova forte in casa e temuta al di fuori, e furono cresciuti però i commerci, le ricchezze, e con esse l'ardire e la fiducia, i suoi cittadini volsero alle imprese esteriori quella energia che prima si era manifestata nel difendersi e nel patire non codardo. Le discordie e le guerre nascono sempre dalla diversità e dalla lotta degli interessi qualunque sieno di due popoli, e sono più o meno feróci secondo il grado dell' interesse risvegliato dalle cose contese.
      Però i Genovesi, popolo essenzialmente commerciante, dovevano avere per naturali nemici tutti coloro o che, esercitando la medesima industria, facevano equilibrio all' impulso della loro, o che, attraversandosi al libero esercizio di questa, ne impedivano l'incremento. Li vedremo adunque ben presto in guerra con.le altre repubbliche del Mediterraneo, cresciute in potenza per mezzo dei commerci marittimi, poiché fu cessato il timore e il pericolo dei Saraceni. ,
      I Papi, come capi della religione cristiana e come sovrani di uno Stato in Italia, guardavano da lungo tempo con occhio di terrore l'accrescimento della potenza saracena lungo le coste del Mediterraneo, ed andavano continuamente insligando le repubbliche italiane marittime, Pisa e Genova principalmente , a cacciare almeno dai lidi più vicini codesti feroci pirati. Onde i Genovesi (1004), mossi in parte dai consigli di Giovanni XVIII, e principalmente dall' interesse proprio, prepararono una spedizione contro la Corsica posseduta dai Mori, che insieme con la Sardegna ne avevano fatta una delle principali sedi delle loro rapine, ed espugnati tutti i castelli degli awersarii, riuscirono a cacciarli dalle isole. Intanto Pisa, la quale avea sofferti (1005) dai Saraceni i medesimi danni toccati a Genova nel 976, si era risoluta a fare l'impresa di Sardegna, nido principale dei Mori nel mar
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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