Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
26 STORIAestrema rovina. Ricacciati i Torchi entro le mura con perdita di più di duemila dei loro, e riconfortato l'esercito dal soccorso genovese, la città fu vieppiù stretta con opere e macchine, o portate dalla flotta o costrutte da artigiani venuti sovra essa, finche la città, tradita da un rinnegato a Boemondo principe di Taranto duce de' Cristiani, veniva in mano di questi ultimi.
Dopo la presa di Antiochia i Genovesi si rimisero in mare ed approdarono a Patara, da dove procedendo sino a Mirea città della Licia, e saputo che ivi erano le ceneri del Battista, si levò un grido generale in tutta Tarmata, doversi un tesoro così prezioso portare a Genova; il che (4098) in mezzo all' entusiasmo generale fu posto ad esecuzione. Intanto i Crociati, in cui il fanatismo religioso spegneva ogni altra considerazione dettata dalla prudenza , con 1' esercito debole per la guerra combattuta, e privi di tutto ciò che facilita l'assedio delle città, si erano indirizzati a Gerusalemme, scopo supremo dei loro voti, ove posero il campo (4099). Un primo assalto osato con una sola scala riusciva infelicemente : il paese, infecondo per sè e corso all' intorno dai Mussulmani, non somministrava provvisioni ; la stagione arida : cosicché vi si cominciò a penuriare d' acqua. L'unica speranza era posta nei soccorsi che si aspettavano dalle repubbliche italiane marittime, Genova, Venezia e Pisa. Ma i Pisani, incontrati al promontorio della Mallea i Greci, il di cui imperatore era allora inimico dei Crociati per quistioni insorte, furono costretti a dare indietro ; i Veneziani, come quelli che desideravano di mantenere i larghi traffici che facevano coi Greci, non si attentarono ; i Genovesi soli, sfidando il terribile fuoco greco, e tenendo lontano con pontoni ferrati gli infiammati brulotti, ruppero la linea delle navi greche che loro contrastavano il passo, e giunti alle sponde di Palestina, approdarono in Giaffa, città a 42 miglia da Gerusalemme.
I soldati cristiani che la custodivano proruppero in gridi di gioia; la nuova dell' arrivo della flotta portata al campo, restaurava la speranza e la fiducia negli spiriti abbattuti. Ma un nuovo pericolo sovrastava : una flottaMJ\t\nnn rnmnarvp in vieto avanvonHnci rapon il ru~krfn montivi lo ernio^M
I^miuuu >.vui,nii iv IWIU , u 1 UIIWUIUUOI 1UOU II pv/liu , lUbllUV la JVjUOLII ugenovese inferiore di numero non era in istato di farle fronte. Fu deciso, tolto via tutto ciò che poteva essere utile al progresso dell' assedio, di lasciare la flotta in balìa dei nemici, e di marciare su Gerusalemme. Entrarono come in trionfo nel campo : il pane e 1' acqua vi mancavano ; di artefici atti a costruire le macchine da assedio vi si sentiva assoluto difetto ;
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (38/637)
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