Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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negli individui, le azioni forti e magnanime procedono da un magnanimo sentire, e sovente le deboli o vili sono frutto di una riflessione e di una prudenza eccessiva. Le nazioni, in cui arde la fiamma di una grande passione, traviarono ma non si spensero; morirono bensì i popoli gelidi e privi di ogni sacra scintilla, in quella guisa che nella immaginosa gioventù è posta 1' azione e la vita, e nella gelida vecchiezza una ragione compassata e diffidente non toglie la spossatezza e la morte.
La guerra contro Pisa, intermessa momentaneamente per la conciliazione dei Papi e per la comunanza degli interessi religiosi e commerciali che chiamava in Palestina i due popoli, si riaccese nuovamente per motivi in apparenza molto lievi. Ferveva acerbissima in questo tempo la lotta fra i papi e gli imperatori per la giurisdizione ecclesiastica ; Enrico IV, creato un antipapa, costringeva Gelasio II papa ad abbandonare l'Italia ed a rifugiarsi in Francia. Durante questo viaggio, passando per Pisa e per Genova (1118), il Pontefice , annuendo alle domande dei cittadini della prima, di cui era compatriota, dichiarava i vescovi della Corsica sulfraganei dell'arcivescovo di Pisa „ con l'obbligo di venire in questa città a ricevere la consacrazione. In Genova, ove fu ricevuto con grandissimi onori, aveva oltre varii altri privilegi, solennemente inaugurata la nuova cattedrale di S. Lorenzo. Ma i Genovesi, saputo del beneficio conceduto a Pisa, e conoscendo quanto la loro potenza in Corsica avrebbe sofferto per l'influenza esercitatavi da vescovi Iigii a Pisa loro nemica, protestarono fieramente contro questa misura, e poiché i loro reclami non erano ascoltati in proporzione del desiderio e del bisogno, ricorsero, come fu sempre solito, alla ragione dell'armi.
Nel primo anno (1119) che si rinnovò la guerra, sedici galere genovesi uscirono al mare in cerca dei loro avversarii, ed ottennero su di essi qualche vantaggio, che deve essere stato però di poco momento, perchè contro l'ordinario gli annalisti non fanno menzione dei particolari. Inoltre gli avvenimenti noti di questa lotta, che andò prolungandosi con vario successo fino al 1133, non sono così certi e sicuri quanto la severa imparzialità della storia lo richiederebbe, perchè gli scrittori contemporanei di amendue te città nemiche, tratti spesso dall' amore soverchio della propria patria, rappresentarono i fatti in quel modo che tornava più lusinghiero all'amor proprio della città a cui appartenevano. Nonostante pare che si debba aver
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (45/637)
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